DOTT. GIUSEPPE MONTESANO

DOTT. GIUSEPPE MONTESANO
Esercito la professione di Medicina Generale e sono specialista in Ginecologia e Ostetricia.Perfezionato in Medicina Biologica e Medicina Estetica                   STUDIO MEDICO      Via Diaz 50/A Camporotondo Etneo CT) Tel: 349-2666208

lunedì 10 marzo 2008

LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO NON E' "OBIETTABILE"

"La 'pillola del giorno dopo' non è un farmaco abortivo e come tale non può essere motivo di obiezione di coscienza da parte degli operatori sanitari, compresi i farmacisti". E' una delle indicazioni del Rapporto sullo stato di salute delle donne in Italia, prodotto dalla 'Commissione Salute delle donne' istituita nel 2007, e presentato in occasione del centenario dell'8 marzo. Tra le molte proposte e i dati contenuti nel Rapporto, le indicazioni che riguardano la 'pillola del giorno dopo' suggeriscono anche di "garantire che la prescrizione sia effettuata oltre che nei consultori, anche nei Pronto Soccorso (proponendo la possibilità del codice verde - urgente a bassa priorità) e nei servizi di continuità assistenziale (guardia medica) nella piena applicazione della legge 194". Per quanto riguarda i contraccettivi orali, invece, la proposta è di arrivare ad avere "più blister nella stessa scatola" ma anche che le pillole a basso dosaggio siano in fascia A, a carico del Ssn, "considerando la contraccezione strumento prioritario della prevenzione dell'aborto e che in quanto tale deve essere prevista nei Livelli essenziali di assistenza". Anche la spirale (IUD) dovrebbe essere gratuita per le donne con reddito basso e nei consultori". Quanto poi all'interruzione di gravidanza - secondo il Rapporto - andrebbero garantiti "almeno un medico non obiettore in ogni distretto, presente almeno 4 volte alla settimana e mediatrici culturali in tutte le Asl a disposizione dei servizi consultoriali e ospedalieri". Negli ospedali che eseguono Ivg bisognerebbe "rendere disponibile idonea strumentazione (Karman) utilizzando le risorse derivanti dai Drg per le interruzioni volontarie di gravidanza". Da attivare anche "progetti specifici per la salute riproduttiva e la prevenzione delle Ivg tra le donne immigrate".

mercoledì 5 marzo 2008

Giorni di emicrania

Mestruazioni ed emicrania è un binomio noto a molte donne: è stato osservato che l’emicrania in età fertile è tre volte più comune che negli uomini e che nella metà dei casi gli attacchi si osservano in relazione al ciclo. I giorni più a rischio sarebbero quelli a cavallo dell’inizio delle mestruazioni, da 2 giorni prima a 3 giorni dopo. Ma qual è il meccanismo che determina questa condizione? Verrebbe spontaneo attribuire la colpa agli ormoni, ma quali? E qual è il congegno che innesca l’insorgere degli attacchi di emicrania proprio durante le mestruazioni?

Una questione di ormoni
Come è ben noto, gli ormoni coinvolti nel ciclo sono principalmente due: estrogeni e progesterone. Gli studi condotti fino ad ora hanno suggerito che il progesterone abbia un ruolo marginale nella patologia e che i principali responsabili siano gli estrogeni, o meglio, le loro fluttuazioni. In breve, gli estrogeni raggiungono un livello minimo nei primi giorni di mestruazioni e poi aumentano notevolmente fino a raggiungere il picco massimo durante l’ovulazione. A questo segue una lieve diminuzione fino al raggiungimento di quello che viene chiamato nadir post ovulatorio, poi un lieve aumento durante la fase luteinica e infine un drastico calo fino alla successiva mestruazione. Pubblicazioni precedenti suggeriscono che la responsabilità degli attacchi di emicrania sia da attribuire proprio a questo deciso calo dei livelli di estrogeni nei giorni immediatamente precedenti e successivi all’inizio delle mestruazioni, ma non erano mai stai eseguite ricerche che mettessero direttamente in relazione i due eventi. Uno studio pubblicato su Neurology condotto su 38 donne in età fertile ha dimostrato che la maggior frequenza di attacchi si verificava in corrispondenza del calo di estrogeni e la minore durante il picco ovulatorio. Lo studio è stato condotto su pazienti che non assumevano contraccettivi ormonali, che soffrivano di 1-4 attacchi di emicrania al mese di cui almeno uno in corrispondenza del ciclo, e che compilavano giornalmente un diario annotando le emicranie e i relativi trattamenti. I livelli di estrogeni sono stati misurati ogni giorno dall’esame delle urine.

Attacchi prevedibili?
Rimane da capire perché non tutte le donne soffrano di emicrania: i motivi sono più di uno. Prima di tutto il picco di estrogeni, così come i livelli basali, sono soggettivi e sembra che le donne che hanno livelli basali più alti siano quelle che presentino anche un calo più significativo e che questo potrebbe predisporle all’emicrania. E poi non bisogna dimenticare che molto probabilmente esiste una componente biologica, dimostrata anche dal fatto che ci sono soggetti che soffrono di emicrania anche indipendentemente dalle fasi del ciclo e che continuano a soffrirne anche dopo la menopausa. Gli autori concludono che lo studio potrebbe essere un utile punto di partenza per poter prevedere – nelle donne che corrispondono al profilo ormonale osservato - quando si presenteranno i mal di testa. Per una cura definitiva occorre invece aspettare ancora un po’.
Sesso senza dolore con il botox

Vaginismo è un termine solo apparentemente ambiguo. Infatti se è vero che l’esito è il dolore durante i rapporti, e quindi un esito simile a quello dato da molte altre condizioni ginecologiche, in realtà indica una causa ben precisa. Si tratta, infatti, di uno spasmo riflesso, quindi non cosciente, che coinvolge la muscolatura di vulva, vagina e perineo; una sorta di eccessiva reazione difensiva all’introduzione di corpi nella vagina che quindi si presenta anche durante le normali visite ginecologiche. Sul presentarsi del vaginismo pesano ovviamente fattori psicogeni, ma l’ultimo anello della catena è comunque un riflesso muscolare. Di conseguenza, di due tipi sono le terapie: farmaci ansiolitici e mezzi che riducano la sensibilità locale, come creme anestetiche e lubrificanti o anche appositi esercizi per la muscolatura interessata. A queste opzioni si aggiunge ora un trattamento inedito: la tossina botulinica o botox. E’ la stessa sostanza che viene impiegata per impedire o mascherare la comparsa delle rughe d’espressione, in quanto, appunto, ha l’effetto di inibire la contrazione muscolare.

Successo al primo trattamento
Il trattamento per ora va considerato sperimentale, ma ha avuto pieno successo. E’ stato infatti al centro di uno studio condotto Al centro di ricerca sulla salute riproduttiva di Teheran (Iran). I ricercatori hanno provato l’iniezione del botox in 24 donne affette da vaginismo medio-grave e resistente agli altri trattamenti. Dopo una leggera sedazione, alle donne sono stati iniettati da 150 a 400 unità internazionali della sostanza, in tre punti diversi della muscolatura pubica sui due lati della vagina. La prima valutazione del risultato è stata condotta una settimana dopo il trattamento, attraverso un esame diretto, che ha rivelato l’assenza di vaginismo o comunque sintomi molto contenuto in tutte e 23 le donne che hanno accettato la visita. 18 pazienti hanno riportato di aver avuto rapporti normali con il partner dopo il primo trattamento, 4 donne hanno lamentato comunque un certo dolore mentre una ha avuto bisogno di una ripetizione di una seconda serie di iniezioni. I benefici si sono mantenuti per tutto il periodo di follow-up, che in media è durato un anno raggiungendo in alcune pazienti anche i due anni, durante il quale il vaginismo vero e proprio non si è mai ripresentato.

Servono conferme a lungo termine
Gli autori della ricerca sono soddisfatti dei risultati raggiunti, anche se tengono a sottolineare che la tossina botulinica andrebbe impiegata, per ora, soltanto nell’ambito di studi clinici, quindi in situazioni molto controllate. In effetti resta anche da definire quale sia la durata dell’effetto miorilassante: nel caso delle rughe, infatti, il trattamento è tutt’altro che definitivo. E’ sempre possibile che la temporanea inibizione degli spasmi sia una sorta di occasione per cominciare ad avere rapporti normali e, di conseguenza, una sorta di rinforzo positivo psicologico. Anche questo, però, potrà chiarirlo solo il tempo.