DOTT. GIUSEPPE MONTESANO

DOTT. GIUSEPPE MONTESANO
Esercito la professione di Medicina Generale e sono specialista in Ginecologia e Ostetricia.Perfezionato in Medicina Biologica e Medicina Estetica                   STUDIO MEDICO      Via Diaz 50/A Camporotondo Etneo CT) Tel: 349-2666208

martedì 16 ottobre 2007

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PAP-TEST


Il pap-test è un esame che serve per individuare anomali mutamenti delle cellule della cervice e prevenire così lo sviluppo del cancro cervicale.
Il nome deriva dal medico George Papanicolau.
Questo esame presenta una probabilità del 95% di individuare una displasia (alterazione delle cellule) che, se non scoperta e trattata può divenire cancerosa.
Il pap-test serve anche ad individuare infezioni, da agenti patogeni, della cervice.
Una donna dovrebbe sottoporsi all'esame dello striscio cervicale nei sei mesi successivi al primo rapporto sessuale. Un secondo controllo dovrebbe essere eseguito sei-dodici mesi dopo e, se non si riscontra alcuna alterazione, successivamente a distanza di uno-tre anni per il resto della vita. Nelle donne che presentino più elevati fattori di rischio, per esempio numerosi partners sessuali, possono essere necessari esami più frequenti
Nel caso in cui il pap-test indichi la presenza di una qualsiasi alterazione cellulare, deve essere eseguita una
colposcopia ed eventualmente una biopsia.

OMOTOSSICOLOGIA


L'omotossicologia identifica nelle "omotossine" la causa cui ricondurre etiologicamente tutte le malattie.
Qualunque organismo è continuamente attraversato da un'enorme quantità di tossine esogene (batteri,virus,tossine alimentari,fattori di inquinamento ambientale,molecole farmacologiche di sintesi,ecc...) ed endogene (prodotti intermedi dei diversi metabolismi,cataboliti finali ecc..).
In accordo con la teoria secondo cui l'organismo è un sistema di flusso in equilibrio dinamico (un equilibrio che cambia in continuazione, si adatta alle diverse circostanze, agli attacchi interni ed esterni, per mantenere la propria individualità), se l'omotossina non è particolarmente "virulenta" e se i sistemi emuntoriali (fegato-apparato respiratorio-intestino-apparato tegumentario-apparato urinario) sono efficienti, essa attraversa l'organismo-sistema di flusso senza determinare alcuna interferenza nella sua emostasi, che resterà pertanto nella condizione di equilibrio, cioè di salute. Se viceversa, o perchè la tossina è particolarmente "aggressiva" o perchè i sistemi di drenaggio emuntoriale non sono sufficienti, si determina un'alterazione dell'equilibrio, che l'organismo, nella sua naturale tendenza verso il mantenimento o il ripristino della sua "omeostasi ristretta" cercherà di compensare innescando meccanismi supplementari di tipo autodifensivo: le malattie.
"Le malattie, pertanto, sono l'espressione della lotta dell'organismo contro le tossine, al fine di neutralizzarle ed espellerle; ovvero sono l'espressione della lotta che l'organismo compie per compensare i danni provocati dalle tossine".
A seconda dell'entità dell'aggressione e dell'integrità del sistema difensivo autologo, l'organismo manifesta quadri clinici differenti che si possono agevolmente classificare i 6 fasi (vari gradi di reattività attraverso i quali l'organismo cerca di mantenere o ripristinare la sua omeostasi, il suo equilibrio, il suo stato di salute).
Si distinguono 2 fasi cosidette Umorali, 2 fasi cosidette della Sostanza Fondamentale e 2 fasi cosidette Cellulari.
Le fasi Umorali rappresentano situazioni patologiche in cui la prognosi è favorevole, in quanto espressione di una buona reattività. Troviamo:
La fase di escrezione: le tossine non arrivano neanche in contatto con le cellule epiteliali delle mucose, ma vengono inglobate ed espulse con le secrezioni fisiologiche.
La fase di reazione (o di infiammazione): grazie al processo dell'infiammazione l'organismo neutralizza prima, ed espelle poi, le tossine entrate nel sistema di flusso.

Le fasi della Sostanza Fondamentale rappresentano situazioni patologiche in cui il carico ometossico è localizzato, dapprima, a livello della matrice e poi, stante la situazione di "ingottamento" connettivale, a livello cellulare. Le 2 fasi della Sostanza Fondamentale sono denominate:
Fase di deposito: in questo stadio di malattia l'organismo, nell'intento di mantenere inalterato il suo equilibrio, accantona a livello connettivale quelle tossine che gli emuntori, in prima battuta, non sono riusciti ad espellere, e che la successiva, compensatoria, fase di reazione non è riuscita a neutralizzare. Diventa patologica quando essa si espande in quanto non più sufficiente a mantenere l'equilibrio (per es. la cellulite).
Fase di impregnazione: a partire da questa fase le tossine sono localizzabili non più a livello del mesenchima ma del parenchima; infatti esse vengono canalizzate a livello organico verso un "locus minoris resistentiae" espressione di una meiopragia costituzionale o frutto di una destrutturazione iatrogenica. Inglobate a questo livello, in parenchimi nobili, iniziano a destrutturare la cellula attaccando per primi i suoi meccanismi enzimatici.


Le fasi Cellulari rappresentano situazioni patologiche in cui la prognosi non è più favorevole, in quanto espressione della scarsa reattività tipica di una alterazione lesionale. Si distinguono:
La fase di degenerazione: il perdurare dell'accumulo di tossine di impregnazione determina, dopo il parziale blocco enzimatico, il danno dell'organulo intacellulare, e la conseguente degenerazione dei tessuti.
La fase di dedifferenziazione (o neoplatica): la stimolazione infiammatoria cronica della cellula può determinare la sua sdifferenziazione in cellule anomale che, anche per il contemporaneo indebolimento-sovvertimento delle difese organiche, prenderanno il sopravvento sull'intero organismo.

MASCHIO O FEMMINA?


Nessuna certezza scientifica, ma secondo alcune teorie è possibile determinare il sesso del nascituro
Queste ricerche cercano di utilizzare le differenze che sembrano esistere fra gli spermatozoi y e x: i primi (maschili) sarebbero infatti più piccoli e svelti, ma meno resistenti, mentre i secondi (femminili) più lenti ma più forti e longevi. Si può allora pensare che tutto ciò che impedisce un’unione rapida spermatozoo-ovulo favorisca una prevalenza degli spermatozoi x sugli y, cioè la nascita di femminucce e viceversa.
Partendo da queste osservazioni di base vediamo che cosa può favorire gli spermatozoi dell’uno o dell’altro sesso.
Le probabilità di avere un maschietto aumentano quando:
si hanno rapporti sessuali ravvicinati
si hanno rapporti in coincidenza con il giorno dell’ovulazione, perché nel periodo ovulatorio il muco, più basico e penetrabile, facilita la corsa degli spermatozoi y
durante il rapporto sessuale si adotta una posizione che comporta una penetrazione profonda: questa infatti favorisce i deboli spermatozoi y che devono percorrere un tratto più breve per raggiungere l’ovulo e evitano la parte iniziale della vagina che è particolarmente acida
diminuisce l’acidità (ph) della vagina, poiché gli spermatozoi y, meno resistenti, sono favoriti da un ambiente alcalino
Alcuni cibi possono influenzare il ph della vagina e quindi se si segue con particolare attenzione almeno 30-60 giorni prima del concepimento una speciale dieta a base di alimenti “maschili” o “femminili” è possibile ottenere risultati soddisfacenti. Per avere un maschietto, per esempio, si consigliano cibi ad alto contenuto di sodio, potassio, ferro, fosforo e zinco (tonno, arance, meloni, carote, spinaci, riso,ecc).
Le probabilità di avere una femminuccia aumentano quando:
si hanno rapporti sessuali poco frequenti, poiché avvantaggiano gli spermatozoi x, che anche se più lenti, sopravvivono più a lungo
si hanno rapporti nel periodo preovulatorio, perché il muco più acido e meno penetrabile, dà una mano ai più forti spermatozoi x
durante il rapporto sessuale la penetrazione è poco profonda
quando aumenta l’acidità della vagina, poiché gli spermatozoi femminili, più resistenti, hanno migliori possibilità di sopravvivenza in un ambiente acido (anche in questo caso si può suggerire una terapia topica ad es. con miphil gel (3 applicazioni a settimana) accompagnata da una dieta per influenzare il ph della vagina ( alimenti ad alto contenuto di calcio, magnesio e rame quali: latte, formaggio, cavolo, yogurt, orzo, fagioli, funghi, piselli, albicocche ecc.)Purtroppo i risultati di questi metodi sono lontani dall’essere costanti e sono anche piuttosto incerti. Esistono infatti troppe variabili quali lo stress, l’ambiente, lo stile di vita, che possono influire negativamente sulla determinazione del sesso del nascituro. Provarci non costa niente: l’importante è essere pronti a qualsiasi risultato
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MEDICINA ESTETICA


MEDICINA ESTETICA
Il concetto di medicina estetica è piuttosto recente: fino a poco tempo fa infatti le persone affidavano la cura del proprio aspetto fisico all'estetista o al chirurgo estetico.
Il concetto dell'uomo-macchina composto da tanti pezzi, però, sta lentamente lasciando spazio a una visione d'insieme in cui psiche e corpo, salute e bellezza sono intimamente legati fra loro.
In quest'ottica di globalità della persona nasce la Medicina Estetica: l'aspetto fisico dell'uomo è strettamente legato al buono o cattivo funzionamento dei suoi organi e del loro sistema endocrino, immunitario, nervoso e cardiocircolatorio.
Non esiste bellezza senza salute, perché inevitabilmente le patologie organiche si riflettono sull'aspetto della persona (pelle, occhi, capelli, acne ecc..).
Acne, cellulite, gonfiori, sono segni di un malfunzionamento organico che, se curato alle sue origini, si traduce in un risultato estetico notevole.
Naturalmente, il medico omotossicologo non è un chirurgo e non è quindi in grado di alterare la morfologia di una persona: può contribuire però a migliorarne notevolmente l'aspetto.
L'Omeomesoterapia applicata all'estetica da risultati eccellenti, ma non cancella i segni delle rughe, non altera la morfologia di un bacino, non restituisce ad un seno senescente il turgore dei 20 anni, può però donare al viso splendore e tonicità, ridurre la cellulite e ringiovanire il seno.

RIVITALIZZAZIONE DEL VISO
Con l'Omeomesoterapia non è possibile apportare dei cambiamenti estetici radicali, come riempire degli avvallamenti o far sparire completamente le rughe, ma si possono raggiungere notevoli risultati andando a stimolare la reattività della cute e ottenere come effetto un ringiovanimento globale, un rassodamento dei tessuti e una distensione delle rughe. Uno dei preparati più efficaci nell'Omeomesoterapia Estetica è il Collagene omeopatico.
Il miglioramento è progressivo e il risultato finale è un viso disteso, riposato e una pelle compatta e luminosa con uno spianamento delle pieghe cutanee.
Uno dei principali vantaggi offerti dal collagene omeopatico è che - al contrario del collagene allopatico - può essere iniettato sia sul collo che sul decolletè con il risultato di migliorare la tonicità e la compattezza della cute anche in queste zone.
Il trattamento estetico del viso e del collo può essere eseguito sia come terapia, che come prevenzione, perchè è più efficace delle molte e costose creme oggi utilizzate anche da donne giovanissime.
Quando non sono ancora evidenti i danni del tempo e la naturale produzione di collagene dell'organismo è ancora a livelli ottimali, le infiltrazioni di collagene omeopatico hanno una straordinaria efficacia nel mantenere la giovinezza del viso.
Generalmente si può iniziare la terapia a partire dai 30 anni, a meno che la pelle non sia già particolarmente sciupata dal sole, dal fumo, dalle malattie o da un modo di vivere particolarmente stressante per l'organismo; non esistono però limiti di età, per ottenere un effetto ringiovanente della cute del viso e del collo.

CELLULITE
Sappiamo ormai che la cellulite - o lipodistrofia localizzata - non è un problema esclusivamente estetico, ma una vera e propria malattia del tessuto connettivo sottocutaneo, dovuta ad un cattivo funzionamento del drenaggio cellulare.
La cellulite si manifesta in 3 momenti particolari della vita di una donna:
il menarca
la gravidanza
la menopausa
Dato che questa patologia colpisce prevalentemente la donna in queste particolari fasi della vita, è chiaro che il suo insorgere presenta sempre una componente ormonale.
Il tessuto connettivo, irrorato da vasi sanguigni e linfatici, regola lo smaltimento dei cataboliti e ha un ruolo di fondamentale importanza nei processi di difesa dell'organismo; l'accumulo di tossine determina una modificazione della composizione e della struttura di questo tessuto e quindi la formazione della cellulite.
La cellulite può quindi essere definita come la difesa dell'organismo aggredito da sostanze tossiche (introdotte con l'alimentazione o con i farmaci) che non riesce ad eliminare a causa di una serie di disturbi di tipo circolatorio, ormonale o degli organi emuntori.
La cellulite non è un processo infiammatorio del tessuto connettivo, ma una vera e propria alterazione di questa struttura e si manifesta con:
alterazione dell'attività delle cellule del connettivo con aumento delle fibre di collagene che a "strozzare" quelle adipose
vasi sanguigni intasati e congesti
terminazioni nervose bloccate che inviano messaggi di dolore
confluenza dei rifiuti tossici, provenienti dal metabolismo cellulare alterato nel tessuto connettivo
Con il trattamento Omeomesoterapico la riduzione della cellulite sarà evidente in breve tempo.

RASSODAMENTO DEL SENO
La rimessa in forma del seno è di solito di competenza del chirurgo, ma anche l'Omeomesoterapia può rivelarsi efficace.
I migliori risultati si ottengono sul seno sciupato dall'allattamento, mentre nel seno ormai senescente o su quello svuotato da una dieta dimagrante la terapia da minori soddisfazioni.

L'Omeomesoterapia trova applicazione anche in molte altre patologie:
RASSODAMENTO GLUTEI, COSCE E BRACCIA
CICATRICI IPERTROFICHE
ACNE
PICCOLA INSUFFICIENZA VENOSA
VARICI
GONFIORE DELLE GAMBE

MESOTERAPIA BIOLOGICA O OMEO-MESOTERAPIA

L'omeo-mesoterapia è una metodica che consiste nell'iniettare al paziente - sottocute o per via intradermica - piccole quantità di farmaci omeopatici in soluzione. In pratica l'Omeo-mesoterapia offre contemporaneamente due vantaggi: il modo di somministrazione, con il suo stimolo agopunturale e l'azione terapeutica specifica dei farmaci iniettati.
L'Omeo-mesoterapia mira a stimolare la reazione endogena del corpo ed è provato che piccole dosi di farmaco iniettate in loco, ottengono un effetto maggiore di una dose elevata dello stesso rimedio somministrato per via orale, endovenosa o intramuscolare.
Uno dei grandi vantaggi della mesoterapia biologica è costituito dal fatto che il rischio di intolleranze, allergie ed effetti secondari è minimo. Viceversa queste reazioni sono abbastanza frequenti con l'assunzione completa di farmaci allopatici (Farmaci tradizionali).
E' infatti evidente che la somministrazione locale di poche gocce di qualsiasi farmaco, al posto di una fiala intera per via intramuscolare o venosa, diminuisce notevolmente la probabilità di effetti collaterali.
Si può affermare con certezza che la mesoterapia effettuata con prodotti omotossicologici presenta notevoli vantaggi:
Non provoca reazioni allergiche
Non causa effetti collaterali
Permette una precisa personalizzazione della terapia
Consente di trattare contemporaneamente più patologie
Può essere praticata anche in gravidanza



I MATERIALI
Per effettuare correttamente una seduta di Omeo-mesoterapia sono sufficienti un ago e una siringa.

Si utilizzano abitualmente aghi da 4 mm e 27g perchè adatti a qualunque trattamento.
Da qualche anno sono inoltre in commercio aghi più sottili, da 30g, che permettono di eseguire delle stimolazioni pressochè indolori.
Esiste poi anche il cosidetto "ago da collagene", da 30g e lungo 14 mm, che viene solitamente utilizzato con una tecnica particolare: quando ci si trova a dover trattare, ad esempio, un tessuto adiposo particolarmente spesso, per ovvii motivi fisiologici occorre dare una stimolazione superiore ai 4 mm; si utilizza allora l'ago da collagene infiggendolo perpendicolarmente in profondità e si inietta il farmaco ritraendo lentamente l'ago.
In Omeo-mesoterapia si rende solitamente necessario trattare più zone del corpo e quindi sono stati studiati vari strumenti che permettono di praticare contemporaneamente da un minimo di tre ad un massimo di 24 micro-iniezioni. In questi strumenti chiamati multi-iniettori, la distanza fra un ago e l'altro è stata studiata secondo una precisa legge fisiologica che fa si che il paziente percepisca un'unica senzaione puntoria, nonostante siano state praticate contemporaneamente molteplici micro-iniezioni.
Esistono multi-iniettori di forma circolare e lineare.
I multi-iniettori a forma circolare vengono usati soprattutto per trattare le zone cellulitiche o trocanteriche.
I multi-iniettori lineari offrono un vantaggio in più rispetto a quelli circolari, perchè la loro forma permette di scegliere l'inclinazione di appoggio più adatta e di variare in questo modo la profondità della stimolazione.


MECCANISMI D'AZIONE
La mesoterapia biologica agisce fondamentalmete grazie a due meccanismi d'azione:
Stimolazione fisica del dolore. Sappiamo che l'effetto di un dolore breve ma intenso è quello di lenire un dolore cronico costante.
Liberazione di sostanze bio-stimolanti. La lesione provocata dall'ago, stimola la produzione da parte dell'organismo di determinate sostanze, come l'istamina, la serotonina ecc. Questa stimolazione ha di per sè un'azione ben specifica, in quanto migliora la micro-circolazione locale, provocando una maggiore ossigenazione. L'input bio-energetico specifico apportato dal farmaco completa l'azione del trattamento.

INCONTINENZA URINARIA

L’incontinenza urinaria femminile da stress e' la perdita involontaria di urina oggettivamente dimostrabile e che costituisce un problema igienico e sociale. Invitando la paziente a tossire diverse volte a vescica piena, aumentando gradualmente l'intensità dei colpi, si può accertare se la perdita esiste effettivamente. In questi casi si parla di stress incontinence od incontinenza da sforzo. Questa va distinta da un altro tipo di incontinenza dovuto ad iperattività del muscolo detrusore della vescica denominata urgence incontinence. L'incontinenza da urgenza è la forma più comune fra le donne più anziane. L'urgence incontinence beneficia di trattamenti farmacologici e comportamentali. La stress incontinence necessita , specie se associata a prolasso degli organi pelvici , di trattamento chirurgico.

ESAMI SPECIALI IN DIAGNOSTICA OSTETRICA

  • AMNIOCENTESI

Consiste nel prelievo di liquido amniotico (in cui sono contenuti metaboliti e cellule di sfaldamento di origine fetale) mediante puntura del sacco endoamniotico per via transaddominale.
Le principali indicazioni all'esecuzione dell'amniocentesi sono costituite da aberrazioni cromosomiche e malattie congenite del metabolismo. In particolare la trisomia 21 (sindrome di Down), costituendo da sola l'80% di tutti i casi di anomalie cromosomiche, rappresenta il riscontro più frequente, particolarmente nei casi in cui l'età materna è avanzata.
Nell'ambito della diagnosi prenatale, l'amniocentesi è l'indagine da più tempo entrata nella pratica clinica; l'unica reale complicanza è rappresentata dall'aborto, la cui incidenza è pari all'1% circa.

  • CARDIOTOCOGRAFIA
La cardiotocografia è un esame prenatale che trova indicazione in tutte le situazioni in cui si voglia verificare lo stato di benessere fetale.
L'esame consiste nell'eseguire un cardiotocogramma esterno (in cui la frequenza cardiaca istantanea del feto viene registrata sfruttando l'azione doppler degli ultrasuoni), per una durata di 20-30 minuti in condizioni basali, tenendo la donna in posizione semisdraiata, con il tronco angolato di circa 30 gradi rispetto al piano d'appoggio, al fine di prevenire la compressione dei grossi vasi addominali da parte dell'utero gravido.
Questa indagine dovrebbe essere attuata in tutte le gravide a rischio, sia ambulatorialmente, verso la 38^ settimana, sia all'atto del ricovero.
Mediante quest'esame vengono viene valutata l'attività contrattile uterina ed il battito cardiaco fetale.

ESAMI SPECIALI IN DIAGNOSTICA GINECOLOGICA

  • MICROCOLPOISTEROSCOPIA
Si tratta di una tecnica che si avvale di un endoscopio di 4 mm di diametro il quale consente, dopo colorazione dell'epitelio cervicale, osservazioni assai nitide dell'esoendocervice.
A seconda dell'ingrandimento è possibile valutare la morfologia delle cellule superficiali, la loro disposizione, le caratteristiche dei vasi sanguigni, la localizzazione e l'aspetto della giunzione squamo-colonnare anche se endocervicale.
Le principali indicazioni possono essere così riassunte:
chiarire la diagnosi in casi di citologia sospetta/positiva con colposcopia negativa
eseguire biopsie mirate
studiare l'esatta estensione delle neoplasie intraepiteliali, specie in vista di una biopsia conica per valutarne l'estensione verso l'alto e quindi fornire utili informazioni al chirurgo
diagnosi e controllo nel tempo di infezioni cervico vaginali da HPV con o senza atipie citologiche
controllo nel tempo dopo trattamento di lesioni cervicali

  • ISTEROSALPINGOGRAFIA

Si tratta di un esame radiologico che consiste nell'opacizzazione delle cavità utero-tubariche, mediante l'introduzione, attraverso l'orifizio esterno del canale cervicale, di un mezzo di contrasto iodato e le successive riprese radiografiche delle fasi di riempimento e di passaggio del mezzo opaco in cavità peritoneale.
Le principali indicazioni sono: malformazioni, difetti di posizione, sinechie uterine, fibromi, tubercolosi genitale, polipi endouterini, endometriosi, infertilità.
Le principali controindicazioni sono: malattia infiammatoria pelvica (MIP), cervico-vaginiti, sospetto di gravidanza, presenza di flusso mestruale, allergia allo iodio, vaginismo.

  • ISTEROSCOPIA

L'isteroscopia è una tecnica endoscopica che si può eseguire anche ambulatoriamente e che permette la visualizzazione della cavità uterina.
Il periodo migliore per eseguire l'indagine, in donne di età fertile, è quello immediatamente post-mestruale, in quanto l'endometrio è meno fragile e più difficilmente sanguinante; in questa fase del ciclo è molto più facile anche la dilatazione della cavità uterina e non si corre il rischio di trovarsi in presenza di una gravidanza.
L'isteroscopia è indicata in tutte quelle situazioni in cui si rende utile la visualizzazione diretta del canale cervicale, della cavità uterina e degli ostii tubarici.

  • PELVISCOPIA

Per pelviscopia si intende la visione endoscopica della pelvi previa distensione dell'addome a mezzo di CO2.
La pelviscopia, salvo casi particolari, può essere eseguita in qualsiasi periodo del ciclo.
Tra le situazioni che richiedono l'esecuzione dell'indagine in un momento specifico si ricordano: l'endometriosi e la sterilità inspiegata.

ECOGRAFIA

  • Ecografia Ginecologica

L'ecografia pelvica è oggi la metodica migliore per osservare e quindi trarre informazioni riguardanti le ovaie e l'utero. Da alcuni è stata giustamente definita una "visita elettronica", tuttavia a mio parere non può in alcun modo sostituire la visita ginecologica tradizionale, mentre ne costituisce un indispensabile integrazione e completamento.


  • Ecografia Ostetrica
L'ecografia ostetrica ci permette l'osservazione del feto dentro l'utero.
Primo trimestre.
Le finalità dell'ecografia del primo trimestre sono: la dimostrazione dell'impianto in sede normale della camera gestazionale (GS), della presenza e della vitalità dell'embrione, la datazione della gravidanza. L'ecografia del primo trimestre si può eseguire sia per via transaddominale che transvaginale senza comportare alcun rischio per l'embrione.Nei primi due-tre mesi, attraverso la misurazione della lunghezza dell'embrione (CRL), è possibile valutare se lo sviluppo corrisponde all'epoca di gravidanza valutata in base alla data dell'ultma mestruazione. Talvolta questa data non è ricordata esattamente oppure le mestruazioni non sono regolari, in tali casi un'ecografia eseguita nei primi due - tre mesi consente di datare con maggiore accuratezza l'epoca di gravidanza.Dalla fine del secondo mese si visualizza l'attività pulsatile del cuore, i movimenti fetali ed il numero di feti.


Secondo trimestre
Tra la 20ma e la 24ma settimana si effettua l'ecografia morfostrutturale, esame che prevede le misurazioni della testa, dell'addome e del femore fetale e i valori di tali misure vengono confrontati con quelli delle curve di riferimento, al fine di valutare se le dimensioni del feto corrispondono a quelle attese per l'epoca di gravidanza. In questo stesso periodo si visualizzano la sede di inserzione placentare, la quantità di liquido amniotico e di alcuni organi interni (vescica, reni, stomaco, alcune strutture intracraniche). Alcune strutture, come il cuore, sono visualizzate mediante l'ecografia, tuttavia uno studio più dettagliato viene eseguito solo quando vi sia una indicazione specifica.La possibilità di valutare una anomalia dipende dalla sua dimensione, dalla posizione del feto in utero, dalla quantità di liquido amniotico e dallo spessore della parete addominale materna nonché dall'epoca di gravidanza, a ciò si devono poi aggiungere i limiti intrinseci della metodica.Si ribadisce quindi la possibilità che alcune lesioni, anche importanti, non siano rilevate dall'esame ecografico morfostrutturale. Su indicazione del medico può essere utile ripetere l'esame più volte o effettuare controlli ecografici supplementari.





Terzo trimestre
L'ecografia eseguita nel terzo trimestre di gestazione è un utile ausilio nella valutazione del corretto andamento della gravidanza nonché nella tempestiva valutazione di un arresto di crescita, serve poi a valutare con precisione l'inserzione placentare e la quantità di liquido amniotico, tuttavia spesso non permette una precisa valutazione qualitativa e quantitativa di alcune strutture fetali, che peraltro andrebbero valutate nel secondo trimestre.



Translucenza Nucale
Tra la 11ma e la 14ma settimana di gravidanza si può eseguire la Translucenza Nucale che consiste nel misurare ecograficamente uno spazio compreso tra la nuca e la cute esterna dell'embrione. In tale spazio si crea, nei feti malformati, una raccolta liquida, una specie di edema, che viene individuato e misurato mediante tecnica ecografica.La valutazione della Traslucenza nucale consiste nel mettere in relazione la misura dello spessore in millimetri, con il rischio di anomalie cromosomiche stabilito statisticamente a secondo dell'età della mamma, per valutare se questo rischio aumenta o diminuisce, con un'accuratezza del 75%. E' doveroso tuttavia sottolineare che, non essendo la Traslucenza Nucale un esame diagnostico, l'unico esame che può dare informazioni certe circa la presenza o meno di alterazioni cromosomiche è esclusivamente l'amniocentesi.

COLPOSCOPIA

Tecnica diagnostica importantissima per la diagnosi precoce del carcinoma del collo dell'utero. Nel tempo la colposcopia ha allargato il suo campo d'indagine, tanto da diventare un mezzo insostituibile per lo studio di tutta la patologia cervicale e vulvo-vaginale.
L'esame colposcopico consiste nell'osservazione a diversi ingrandimenti della struttura, dello spessore e della topografia degli epiteli che rivestono il tratto genitale inferiore, nonchè nell'osservazione, per trasparenza attraverso l'epitelio, degli aspetti del connettivo sottoepiteliale con particolare riferimento alla rete vasale.
Tale esame si effettua con il colposcopio, strumento ottico che permette una visione stereoscopica a diversi ingrandimenti.
La colposcopia è un mezzo di elevata sensibilità per la identificazione della infezione da Papilloma Virus (HPV). Essa è altresì necessaria nella selezione delle pazienti nell'ambito dei trattamenti di lesioni con terapie conservative, nel controllo della CIN in gravidanza, come anche in associazione al Pap-test nella valutazione delle pazienti "a rischio". Il suo ruolo inoltre si estende alla valutazione dei risultati delle terapie effettuate.Nell'ambito degli screening per il cervicocarcinoma (tumore del collo dell'utero) la colposcopia è necessaria come esame di Il livello. Il concetto è stato ben espresso dalla Task Force Canadese (2° Rapporto Walton del 1982): "La citologia evidenzia la neoplasia preclinica e clinica cervicale. La colposcopia valuta la cervice uterina con citologica anormale e permette la localizzazione della zona del collo dell'utero ove eseguire la biopsia per l'esame istologico.
La colposcopia non deve essere considerata una tecnica di screening, ma un'importante ausilio per la localizzazione e la delimitazione dei precursori e del cancro già invasivo e microinvasivo della cervice uterina nelle donne con esame citologico cervicale-vaginale anormale". Questo concetto è stato recentemente ripreso da Koss nel commentare il Bethesda System: "l'esame colposcopico di tutte le lesioni, siano queste di alto grado che di basso grado, è la via da seguire".
In presenza quindi di uno striscio anormale, prima di adottare una terapia, è necessario la localizzazione della lesione da cui provengono le cellule anormali, la valutazione della estensione della lesione e la diagnosi istopatologica sulla base di biopsie mirate eseguite sotto guida colposcopica in uno o più settori.Una biopsia cervicale effettuata senza guida colposcopica in assenza di una lesione visibile comporta il rischio di una diagnosi istologica falsa negativa in oltre il 20% dei casi.La colposcopia permette di localizzare la lesione, a livello cervicale e/o vaginale, o di escluderne l'esistenza, indirizzando quindi il prelievo bioptico in altri settori (endocervice, endometrio); inoltre permette spesso di differenziare, con uno o più prelievi bioptici mirati, una lesione invasiva ancora circoscritta da una lesione anormale; altresì permette il riconoscimento di una lesione benigna o infiammatoria. L'accuratezza diagnostica della biopsia eseguita sotto guida colposcopica è elevata tanto da raggiungere il 100%. Sebbene la colposcopia non sia un esame di screening, oggi, sono sempre più numerose le donne che la preferiscono al tradizionale pap-test, sia per la rapidità di esecuzione che per l'affidabilità dell'esame.
COME SI ESEGUE LA COLPOSCOPIA
Previa introduzione dello speculum, si osservano direttamente la portio (collo dell'utero) e la mucosa vaginale. Qualora si voglia associare il prelievo citologico e/o batteriologico, questi vanno effettuati in questo momento. Inoltre, è corretto effettuare un'osservazione della rete vasale con filtro verde. Si effettua poi una seconda osservazione, dopo applicazione di una soluzione acquosa di acido acetico al 3% o al 5%, cercando in primo luogo di visualizzare interamente la giunzione squamo-colonnare (in caso contrario la colposcopia deve considerarsi inadeguata) eventualmente avvalendosi di strumenti idonei quale il divaricatore cervicale di Kogan. Si esegue, infine, il test di Schiller applicando la soluzione iodo-iodurata di Lugol.
La biopsia mirata, sotto guida colposcopica, delle lesioni sospette si può effettuare sia prima che dopo il test di Schiller.
La valutazione della portio e dei fornici vaginali si completa con l'osservazione delle pareti vaginali mentre si estrae lentamente lo speculum.
L'esame termina poi con l'osservazione diretta, dopo applicazione di acido acetico, della vulva (vulvoscopia).
Qualora si disponga di una apparecchiatura idonea è possibile effettuare una colpofotografia da allegare al referto.
Idealmente, ogni visita ginecologica non dovrebbe prescindere dall'esame colposcopico; tuttavia le principali indicazioni possono essere riassunte come segue:
diagnosi di lesione preneoplastica o di carcinoma preinvasivo o in situ
tutte le donne con citologia anormale, indipendentemente dall'età, parità, attività sessuale
donne con pap-test (strisci) negativi, ma con grossolane lesioni cervicali sospette
ogni lesione sospetta vulvare e vaginale

Bisogna tenere presente alcuni accorgimenti pratici:
  • effettuare la colposcopia in fase ovulatoria quando il muco è limpido e l'orifizio esterno è beante;
  • nelle pazienti in post-menopausa migliorare il trofismo epiteliale facendo precedere l'esame da una terapia con estrogeni;
  • non effettuare nei due, tre giorni precedenti l'esame terapie topiche vaginali (lavande, candelette, ovuli, ecc..);

CONTRACCEZIONE


Contraccezione ormonale

La pillola ( o estroprogestinico ) rappresenta il metodo contraccettivo più sperimentato e dotato di maggiore efficacia contraccettiva.
La soppressione temporanea della fertilità mediante assunzione orale di estroprogestinici fu ottenuta per la prima volta da Pincus nel 1956. Negli ultimi decenni la ricerca su questi composti ha fatto dei notevoli progressi, tanto che è stato possibile ottenere dei prodotti con quantità di ormoni di gran lunga inferiori a quelle contenute nelle pillole della prima generazione. Questa notevole riduzione del dosaggio, a parità di sicurezza contraccettiva, ha drasticamente ridotto i rischi connessi con l'uso della pillola E/P sia a breve che a lungo termine.
L'azione fondamentale della pillola classica consiste in un blocco dell'ovulazione determinato a livello ipotalamico per inibizione del picco ovulatorio dell'LH.
Gli steroidi impiegati, tuttavia, agiscono anche ad altri livelli, il che conferisce alla pillola un'altissima sicurezza contraccettiva.
La pillola è genericamente indicata per tutte le donne che abbiano raggiunto la piena maturità sessuale e che non presentino nessuna delle controindicazioni assolute; può essere somministrata in donne che presentino controindicazioni relative solo sotto attenta sorveglianza medica.

Controindicazioni assolute:

anemia drepanocitica omozigote
tromboflebiti o altri disordini tromboembolici in atto o pregressi
malattie cerebrovascolari o coronariche
neoplasie ormono-dipendenti
linfoangioleiomatosi
glaucoma
otosclerosi aggravatesi in precedenti gravidanze
diabete scompensato
cardiopatie scompensate e malattie degenerative del cuore
ipertensione arteriosa grave
maturazione scheletrica non completa
menarca da meno di due anni con cicli anovulatori
ipercolesterolemia uguale o superiore a 300
obesità e fumo ( più di 20 sigarette al dì ) in donne di età superiore ai 35 anni
amenorrea ad etiologia sconosciuta
malattie epatiche in atto o ittero nell'anamnesi

Contoindicazioni relative:

diabete compensato
obesità
ipertensione arteriosa lieve
depressione psichica anche nell'anamnesi
fumo (più di 20 sigarette al dì)
epilessia
emicrania e cefalea
cardiopatie reumatiche o congenite senza segni clinici di lesioni valvolari
ipercolesterolemia inferiore a 300
vene varicose
nefropatie con ritenzione idrica e/o salina
terapie con farmaci che interagiscono con i contraccettivi orali


Il cerotto meglio della pillola?

Il cerotto anticoncezionale agisce esattamente come la pillola, ma è molto più conveniente: è più semplice da utilizzare, e per questo risulta anche più sicuro.
Il cerotto ha la stessa efficacia della pillola anticoncezionale, ovvero, evita le gravidanze nel 99% dei casi.
il cerotto misaura 20 centimetri quadrati. Al contrario della pillola, ovviamente, non deve essere ingerito: il rilascio degli ormoni avviene attraverso la pelle, arrivando direttamente nel sangue senza passare dall'apparato digerente. in questo modo, sia il quantitativo di sostanze attive, sia possibili effetti collaterali indesiderati vengono ridotti. Va cambiato una volta ogni sette giorni, per tre settimane consecutive seguite da una di riposo. Può essere applicato sulla parte bassa dell'addome, su una natica, oppure sul braccio.

Anelli vaginali a scopo contraccettivo

Nuva ring è un anello sottile, flessibile, trasparente che rilascia 120 µg di un progestinico l’etonogestrel (eng) e 15 µg di ee al giorno.L’anello viene inserito e rimosso molto agevolmente dalla donna stessa, la quale utilizza un anello per 21 giorni consecutivi seguiti da una settimana di sospensione.
Iud - dispositivi intrauterini (spirale)
Gli IUD sono dei dispositivi di forme e materiali diversi, che vengono inseriti in cavità uterina attraverso il canale cervicale, e lasciati in situ per un periodo di tempo limitato.
La sua principale azione consiste nell'impedire la fecondazione.Solo se questo meccanismo fallisce la presenza dello iud in cavità uterina interferisce con l'impianto della blastocisti. Una volta che l'annidamento dell'uovo fecondato è avvenuto, lo iud non può impedire che la gravidanza prosegua.
Le visite di controllo sono consigliabili dopo la prima mestruazione successiva all'inserimento e ogni 8-12 mesi in assenza di sintomi particolari.
Nei controlli si dovrà verificare la presenza del filo ( in caso di non evidenziazione è opportuna un'ecografia pelvica per accertarsi che la spirale sia ancora in utero e non sia stata espulsa) ed escludere possibili fatti flogistici annessiali.
Dopo ogni flusso mestruale è consigliabile che il soggetto, specie se multipara, prenda l'abitudine di verificare la presenza del filo in vagina; a tal proposito è opportuno che il medico fornisca alla donna tutti gli elementi necessari: consegnare alla paziente il filo dello IUD tagliato, in modo che ne possa apprezzare le caratteristiche. Spiegare come si riconosce il collo dell'utero - "formazione endovaginale della stessa consistenza della punta del naso con, nel mezzo, una piccola depressione".
iud al progesterone contengono un serbatoio che rilascia ogni giorno una piccola quantità di ormone progestinico (20 ug di levonorgestrel del tipo in commercio in italia). sono molto utili nelle donne con mestruazioni abbondanti e/o dolorose: con l'uso continuativo i flussi si riducono ed i dolori scompaiono.
iud al progesterone si utilizzano, con notevole successo, nella terapia dell'iperplasia endometriale.
Condom ( o profilattico o preservativo )
Il condom rappresenta un contraccettivo cosiddetto di barriera: consiste in un rivestimento estremamente sottile, costituito da gomma o altro materiale, che si adatta all'organo maschile in erezione impedendo che lo sperma venga a contatto con i genitali femminili.
Per facilità d'impiego, assenza di controindicazioni o effetti collaterali di rilievo, il condom può essere indicato in un gran numero di casi, ed in particolare:
quando la donna o la coppia preferiscano una metodica contraccettiva maschile
durante un eventuale periodo di sospensione degli estroprogestinici orali
durante il primo mese di assunzione degli estroprogestinici orali
durante il periodo fertile del ciclo in pazienti portatrici di IUD
nella profilassi delle malattie sessualmente trasmesse
nelle 6-8 settimane dopo il parto o fino alla fine dell'allattamento
L'unica controindicazione all'uso del profilattico è rappresentata dall'allergia alla gomma.
Il condom presenta però frequenti problemi di non accettabilità da parte di uno o entrambi i partner, per motivi psicologici o culurali, ma soprattutto dovuti all'interferenza che l'applicazione del profilattico stesso comporta nel corso del rapporto sessuale.
L'uso del profilattico è estremamente semplice e necessita solo di attenersi alle seguenti norme:
calzare il profilattico a pene asciutto ed in stato di massima erezione
dopo l'eiaculazione, estrarre il pene facendo presa alla base, onde non sfugga liquido seminale o il profilattico non rimanga in vagina
non usare mai lo stesso condom più di una volta
non usare il prodotto quando è scaduto
usare solo profilattici lubrificati e con serbatoio ( è molto più difficile la rottura )
non usare altri lubrificanti

La pillola del giorno dopo

La pillola del giorno dopo non può essere considerata a priori ed in assoluto un farmaco abortivo in quanto interviene impedendo l'impianto solo se c'è stata la fecondazione, negli altri casi previene la gravidanza indesiderata, bloccando l'ovulazione. Il metodo non è più efficace una volta iniziato l'impianto. In caso di insuccesso con instaurarsi di una gravidanza indesiderata, studi epidemiologici hanno dimostrato che i progestinici non hanno effetti teratogeni (malformativi) sul feto.
La pillola del giorno è a base di progestinico (levonorgestrel) e contiene due compresse: va assunta entro 72 ore dal rapporto a rischio.
la prima va presa non appena possibile
la seconda dopo 12 ore.

lunedì 15 ottobre 2007

MIOMI

Cosa sono i fibromiomi uterini?I fibromiomi (fibromi o miomi) sono delle formazioni tumorali benigne, presenti nel 15 - 20% delle donne oltre i 35 anni di età, che originano dallo strato muscolare e fibroso dell'utero.Possono essere singoli o multipli, tipici dell'età fertile, e tendono generalmente a stabilizzarsi dopo la menopausa per le modificazioni fisiologiche dell'equilibrio ormonale femminile.La sintomatologia con la quale si manifestano differisce dalla sede o zona dell'organo in cui si sviluppano. Circa il 20% delle pazienti affette da fibromioma uterino non lamenta alcun disturbo.I fibromiomi a prevalente sviluppo verso la cavità dell'utero si manifestano attraverso la comparsa di mestruazioni abbondanti, spesso a carattere emorragico con spiccato dolore durante le mestruazioni. Più spesso il fibroma causa una sensazione di peso addominale con irradiazione verso l'inguine.
La diagnosi dei fibromiomi uterini.Di solito la diagnosi di fibromioma uterino non è difficile e viene fatta il più delle volte con la semplice visita ginecologica (esplorazione vaginale e/o rettale). La diagnosi può poi essere confermata da alcuni esami quali l'ecografia e l'isteroscopia. Quest'ultima permette di accertare la forma e la grandezza della cavità uterina, di eseguire il prelievo di piccole porzioni di tessuto e di individuare eventuali polipi endometriali. Inoltre è un esame indispensabile nella valutazione dell'infertilità femminile.
Come si curano i fibromiomi uterini?La terapia varia a seconda della sintomatologia, della localizzazione, del volume del mioma e dell'età. In caso di miomi di piccole dimensioni, asintomatici, non occorre alcuna terapia, ma è sufficiente sottoporsi ad una controllo clinico periodico ed una ecografia ogni 6 mesi. Negli altri casi la terapia può essere medica o chirurgica.La terapia medica con progestinici ha lo scopo di controllare la sintomatologia (emorragia abbondante e dolore) e, nelle donne prossime alla menopausa e portatrici di miomi di piccole dimensioni, permette di rinviare l'intervento.Gli analoghi del GnRH sono farmaci capaci di controllare efficacemente la sintomatologia e in qualche caso provocano una riduzione del volume del mioma, tuttavia hanno lo svantaggio di indurre una menopausa farmacologica e alla sospensione il mioma riacquista le dimensioni originarie.La terapia chirurgica è indicata, oltre che in presenza di emorragie refrattarie alla terapia medica, quando i fibromi hanno un diametro superiore a 5-8 cm, quando si associano a fenomeni di compressione o senso di dolore e in caso di sterilità.L'intervento può essere di tipo conservativo (miomectomia con metroplastica) o radicale (isterectomia) a seconda dell'età della donna, del volume e della localizzazione dei miomi. Nel primo caso si asportano solo i nodi fibrosi, conservando alla donna, con l'utero, la potenziale capacità riprodutiva ed il flusso mestruale.

CISTI OVARICHE

Le cisti ovariche rappresentano una delle patologie più diffuse in ambito ginecologico.
Si dividono in funzionali ed organiche.
Le cisti ovariche funzionali sono legate ad alterazioni ormonali del ciclo ovulatorio e come tali sono benigne, spesso transitorie ed in ogni caso sensibili alla terapia medica.l
Le cisti ovariche organiche derivano da alterazioni citoistologiche più o meno gravi e pongono il problema della diagnosi e della prevenzione del carcinoma ovarico.La maggior parte delle cisti ovariche sono funzionali ma per quanto benigne e curabili con terapia medica spesso vengono asportate chirurgicamente.Considerando che molte delle pazienti operate di cisti ovariche funzionali sono molto giovani e che, spesso, la modalità chirurgica è quella tradizionale (apertura dell'addome), si comprende quale costo sociale possa avere questo sovratrattamento (overtreatment).
L'alternativa è quella di effettuare un'accurata diagnosi differenziale tra cisti ovariche funzionali ed organiche e riservare solo a queste ultime il trattamento chirurgico.
Gli aspetti morfologici ecografici di una cisti ovarica sono in molti casi sufficienti per stabilire che si tratta di una cisti funzionale, mentre per i casi dubbi si utilizzano i marcatori tumorali e la laparoscopia diagnostica
Con le nuove microottiche (mm3) è molto meno traumatico effettuare una diagnostica endoscopica, con biopsia della cisti, riservando l'operativa ai soli casi risultati positivi piuttosto che iniziare direttamente con l'intervento chirurgico specie se laparotomico (con apertura dell'addome).
La terapia medica può fare diagnosi secondaria ex iuvantibus in quanto se dopo un periodo, sono sufficienti tre mesi, di trattamento con farmaci la cisti non è scomparsa, essa è probabilmente di natura organica ed in ogni caso necessita di controllo endoscopico con biopsia.

AUTOPALPAZIONE DEL SENO

OSSERVA le braccia lungo i fianchi, osserva i tuoi seni da tutte le angolazioni - non dimenticare di guardare anche sotto.
ALZA adesso, mani sul capo, osserva se vi sono arrossamenti intorno ai capezzoli o se altre parti della pelle presentano alterazioni di colore.
STIRATI con le mani poste sopra il capo, osserva attentamente se sono visibili modifiche, di forma o movimento. cerca di conoscere bene il loro aspetto, così sarai in grado di notare eventuali differenze.
PREMI le mani fermamente sui fianchi. tutto dovrebbe muoversi dolcemente senza grinze o fossette della pelle.
COME SI ESEGUE L'AUTOPALPAZIONE
In posizione supina
Esamina prima una mammella, poi l'altra e confrontale.
Inizia strizzando delicatamente il capezzolo per verificare l'assenza di secrezioni.
Con le dita piatte, tocca delicatamente la mammella spostando la mano con piccoli movimenti circolari.
Procedi verso l'esterno in senso circolare partendo dal capezzolo, verificando che la cute si muova sempre liberamente.
Palpa la mammella in profondità per evidenziare eventuali noduli non presenti in precedenza.
Ripeti questi movimenti con il braccio sopra la testa e il gomito piegato. La ghiandola mammaria è costituita da numerose particelle che probabilmente riuscirai ad avvertire. nessuna di queste deve essere dura.
Concludi palpando l'estremità della mammella che si estende sotto l'ascella; procedi lentamente, fino alla sommità. Se avverti qualcosa, ricorda che la maggior parte dei noduli o degli avvallamenti della mammella si rivelano essere cisti innocue, ma questo non ti deve trattenere dal rivolgerti al medico: una eventuale diagnosi precoce è fondamentale per il buon esito della terapia.