Tecnica diagnostica importantissima per la diagnosi precoce del carcinoma del collo dell'utero. Nel tempo la colposcopia ha allargato il suo campo d'indagine, tanto da diventare un mezzo insostituibile per lo studio di tutta la patologia cervicale e vulvo-vaginale.
L'esame colposcopico consiste nell'osservazione a diversi ingrandimenti della struttura, dello spessore e della topografia degli epiteli che rivestono il tratto genitale inferiore, nonchè nell'osservazione, per trasparenza attraverso l'epitelio, degli aspetti del connettivo sottoepiteliale con particolare riferimento alla rete vasale.
Tale esame si effettua con il colposcopio, strumento ottico che permette una visione stereoscopica a diversi ingrandimenti.
La colposcopia è un mezzo di elevata sensibilità per la identificazione della infezione da Papilloma Virus (HPV). Essa è altresì necessaria nella selezione delle pazienti nell'ambito dei trattamenti di lesioni con terapie conservative, nel controllo della CIN in gravidanza, come anche in associazione al Pap-test nella valutazione delle pazienti "a rischio". Il suo ruolo inoltre si estende alla valutazione dei risultati delle terapie effettuate.Nell'ambito degli screening per il cervicocarcinoma (tumore del collo dell'utero) la colposcopia è necessaria come esame di Il livello. Il concetto è stato ben espresso dalla Task Force Canadese (2° Rapporto Walton del 1982): "La citologia evidenzia la neoplasia preclinica e clinica cervicale. La colposcopia valuta la cervice uterina con citologica anormale e permette la localizzazione della zona del collo dell'utero ove eseguire la biopsia per l'esame istologico.
La colposcopia non deve essere considerata una tecnica di screening, ma un'importante ausilio per la localizzazione e la delimitazione dei precursori e del cancro già invasivo e microinvasivo della cervice uterina nelle donne con esame citologico cervicale-vaginale anormale". Questo concetto è stato recentemente ripreso da Koss nel commentare il Bethesda System: "l'esame colposcopico di tutte le lesioni, siano queste di alto grado che di basso grado, è la via da seguire".
In presenza quindi di uno striscio anormale, prima di adottare una terapia, è necessario la localizzazione della lesione da cui provengono le cellule anormali, la valutazione della estensione della lesione e la diagnosi istopatologica sulla base di biopsie mirate eseguite sotto guida colposcopica in uno o più settori.Una biopsia cervicale effettuata senza guida colposcopica in assenza di una lesione visibile comporta il rischio di una diagnosi istologica falsa negativa in oltre il 20% dei casi.La colposcopia permette di localizzare la lesione, a livello cervicale e/o vaginale, o di escluderne l'esistenza, indirizzando quindi il prelievo bioptico in altri settori (endocervice, endometrio); inoltre permette spesso di differenziare, con uno o più prelievi bioptici mirati, una lesione invasiva ancora circoscritta da una lesione anormale; altresì permette il riconoscimento di una lesione benigna o infiammatoria. L'accuratezza diagnostica della biopsia eseguita sotto guida colposcopica è elevata tanto da raggiungere il 100%. Sebbene la colposcopia non sia un esame di screening, oggi, sono sempre più numerose le donne che la preferiscono al tradizionale pap-test, sia per la rapidità di esecuzione che per l'affidabilità dell'esame.
L'esame colposcopico consiste nell'osservazione a diversi ingrandimenti della struttura, dello spessore e della topografia degli epiteli che rivestono il tratto genitale inferiore, nonchè nell'osservazione, per trasparenza attraverso l'epitelio, degli aspetti del connettivo sottoepiteliale con particolare riferimento alla rete vasale.
Tale esame si effettua con il colposcopio, strumento ottico che permette una visione stereoscopica a diversi ingrandimenti.
La colposcopia è un mezzo di elevata sensibilità per la identificazione della infezione da Papilloma Virus (HPV). Essa è altresì necessaria nella selezione delle pazienti nell'ambito dei trattamenti di lesioni con terapie conservative, nel controllo della CIN in gravidanza, come anche in associazione al Pap-test nella valutazione delle pazienti "a rischio". Il suo ruolo inoltre si estende alla valutazione dei risultati delle terapie effettuate.Nell'ambito degli screening per il cervicocarcinoma (tumore del collo dell'utero) la colposcopia è necessaria come esame di Il livello. Il concetto è stato ben espresso dalla Task Force Canadese (2° Rapporto Walton del 1982): "La citologia evidenzia la neoplasia preclinica e clinica cervicale. La colposcopia valuta la cervice uterina con citologica anormale e permette la localizzazione della zona del collo dell'utero ove eseguire la biopsia per l'esame istologico.
La colposcopia non deve essere considerata una tecnica di screening, ma un'importante ausilio per la localizzazione e la delimitazione dei precursori e del cancro già invasivo e microinvasivo della cervice uterina nelle donne con esame citologico cervicale-vaginale anormale". Questo concetto è stato recentemente ripreso da Koss nel commentare il Bethesda System: "l'esame colposcopico di tutte le lesioni, siano queste di alto grado che di basso grado, è la via da seguire".
In presenza quindi di uno striscio anormale, prima di adottare una terapia, è necessario la localizzazione della lesione da cui provengono le cellule anormali, la valutazione della estensione della lesione e la diagnosi istopatologica sulla base di biopsie mirate eseguite sotto guida colposcopica in uno o più settori.Una biopsia cervicale effettuata senza guida colposcopica in assenza di una lesione visibile comporta il rischio di una diagnosi istologica falsa negativa in oltre il 20% dei casi.La colposcopia permette di localizzare la lesione, a livello cervicale e/o vaginale, o di escluderne l'esistenza, indirizzando quindi il prelievo bioptico in altri settori (endocervice, endometrio); inoltre permette spesso di differenziare, con uno o più prelievi bioptici mirati, una lesione invasiva ancora circoscritta da una lesione anormale; altresì permette il riconoscimento di una lesione benigna o infiammatoria. L'accuratezza diagnostica della biopsia eseguita sotto guida colposcopica è elevata tanto da raggiungere il 100%. Sebbene la colposcopia non sia un esame di screening, oggi, sono sempre più numerose le donne che la preferiscono al tradizionale pap-test, sia per la rapidità di esecuzione che per l'affidabilità dell'esame.
COME SI ESEGUE LA COLPOSCOPIA
Previa introduzione dello speculum, si osservano direttamente la portio (collo dell'utero) e la mucosa vaginale. Qualora si voglia associare il prelievo citologico e/o batteriologico, questi vanno effettuati in questo momento. Inoltre, è corretto effettuare un'osservazione della rete vasale con filtro verde. Si effettua poi una seconda osservazione, dopo applicazione di una soluzione acquosa di acido acetico al 3% o al 5%, cercando in primo luogo di visualizzare interamente la giunzione squamo-colonnare (in caso contrario la colposcopia deve considerarsi inadeguata) eventualmente avvalendosi di strumenti idonei quale il divaricatore cervicale di Kogan. Si esegue, infine, il test di Schiller applicando la soluzione iodo-iodurata di Lugol.
La biopsia mirata, sotto guida colposcopica, delle lesioni sospette si può effettuare sia prima che dopo il test di Schiller.
La valutazione della portio e dei fornici vaginali si completa con l'osservazione delle pareti vaginali mentre si estrae lentamente lo speculum.
L'esame termina poi con l'osservazione diretta, dopo applicazione di acido acetico, della vulva (vulvoscopia).
Qualora si disponga di una apparecchiatura idonea è possibile effettuare una colpofotografia da allegare al referto.
Idealmente, ogni visita ginecologica non dovrebbe prescindere dall'esame colposcopico; tuttavia le principali indicazioni possono essere riassunte come segue:
diagnosi di lesione preneoplastica o di carcinoma preinvasivo o in situ
tutte le donne con citologia anormale, indipendentemente dall'età, parità, attività sessuale
donne con pap-test (strisci) negativi, ma con grossolane lesioni cervicali sospette
ogni lesione sospetta vulvare e vaginale
Previa introduzione dello speculum, si osservano direttamente la portio (collo dell'utero) e la mucosa vaginale. Qualora si voglia associare il prelievo citologico e/o batteriologico, questi vanno effettuati in questo momento. Inoltre, è corretto effettuare un'osservazione della rete vasale con filtro verde. Si effettua poi una seconda osservazione, dopo applicazione di una soluzione acquosa di acido acetico al 3% o al 5%, cercando in primo luogo di visualizzare interamente la giunzione squamo-colonnare (in caso contrario la colposcopia deve considerarsi inadeguata) eventualmente avvalendosi di strumenti idonei quale il divaricatore cervicale di Kogan. Si esegue, infine, il test di Schiller applicando la soluzione iodo-iodurata di Lugol.
La biopsia mirata, sotto guida colposcopica, delle lesioni sospette si può effettuare sia prima che dopo il test di Schiller.
La valutazione della portio e dei fornici vaginali si completa con l'osservazione delle pareti vaginali mentre si estrae lentamente lo speculum.
L'esame termina poi con l'osservazione diretta, dopo applicazione di acido acetico, della vulva (vulvoscopia).
Qualora si disponga di una apparecchiatura idonea è possibile effettuare una colpofotografia da allegare al referto.
Idealmente, ogni visita ginecologica non dovrebbe prescindere dall'esame colposcopico; tuttavia le principali indicazioni possono essere riassunte come segue:
diagnosi di lesione preneoplastica o di carcinoma preinvasivo o in situ
tutte le donne con citologia anormale, indipendentemente dall'età, parità, attività sessuale
donne con pap-test (strisci) negativi, ma con grossolane lesioni cervicali sospette
ogni lesione sospetta vulvare e vaginale
Bisogna tenere presente alcuni accorgimenti pratici:
- effettuare la colposcopia in fase ovulatoria quando il muco è limpido e l'orifizio esterno è beante;
- nelle pazienti in post-menopausa migliorare il trofismo epiteliale facendo precedere l'esame da una terapia con estrogeni;
- non effettuare nei due, tre giorni precedenti l'esame terapie topiche vaginali (lavande, candelette, ovuli, ecc..);
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