DOTT. GIUSEPPE MONTESANO

DOTT. GIUSEPPE MONTESANO
Esercito la professione di Medicina Generale e sono specialista in Ginecologia e Ostetricia.Perfezionato in Medicina Biologica e Medicina Estetica                   STUDIO MEDICO      Via Diaz 50/A Camporotondo Etneo CT) Tel: 349-2666208

mercoledì 21 maggio 2008

PREVENIRE IL DIABETE PRIMA DELLA GRAVIDANZA

Un dato americano riferito al 1988, riportava che il diabete di natura gestazionale era responsabile di circa l'88% di tutte le gravidanze affette da diabete, a fronte del 12% dei casi in cui il diabete era preesistente. Con l'aumento di obesità e diabete nelle donne in età riproduttiva, sono state esaminate le variazioni di prevalenza di queste due forme del diabete (gestazionale e preesistente) in popolazioni etnicamente diverse di donne gravide. E' risultata stabile la prevalenza del diabete gestazionale, mentre si è registrato un incremento nella prevalenza del diabete preesistente, tendenze indipendenti da età o razza. Ciò che preoccupa maggiormente è l'incremento del diabete preesistente nelle donne giovani in età riproduttiva. Infatti, anche se il diabete gestazionale comporta conseguenze negative per lo sviluppo fetale, l'iperglicemia materna che risale a prima della gravidanza e che rimane tale nel periodo di sviluppo del feto, perchè non adeguatamente controllata, espone il feto a un aumento del rischio di difetti di nascita. Oltre a ciò, la comparsa più precoce del diabete suggerisce anche una maggiore durata e quindi maggiori probabilità di sviluppo di complicazioni. Gli autori dello studio auspicano maggiore attenzione da parte della sanità pubblica per interventi focalizzati sulla riduzione di eccesso di peso e obesità come mezzo di prevenzione, o quanto meno ritardo, dell'insorgenza del diabete in tutte le donne. E per sviluppare nelle giovani donne la consapevolezza che prevenzione del diabete prima di una gravidanza riduce le complicazioni neonatali e materne nelle donne diabetiche.

DIAGNOSI PREIMPIANTO: ORA SI PUO'

Le nuove linee guida alla legge 40 sulla fecondazione assistita, ultimo atto del Ministro Turco, presentano novità importanti"Queste nuove linee guida sono il frutto di un lavoro rigoroso finalizzato a due precisi obiettivi: la piena e corretta applicazione della legge 40 e la necessità di fornire idonee e puntuali indicazioni agli operatori sanitari alla luce delle nuove risultanze cliniche e del mutato quadro di riferimento giuridico scaturito da ripetuti interventi della magistratura sulle precedenti linee guida". Questo il commento del Ministro della Salute Livia Turco a margine della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il 30 aprile scorso, dell'aggiornamento delle linee guida alla legge 40. Un aggiornamento che non ha mancato di sollevare polemiche. Le principali novità delle nuove linee guida, attuate avvalendosi dell'Istituto Superiore di sanità e previo parere del Consiglio superiore di sanità, sono tre:

1. la possibilità di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) viene estesa anche alla coppia in cui l'uomo sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili, e in particolare del virus HIV e di quelli delle epatiti B e C, riconoscendo che tali condizioni siano assimilabili ai casi di infertilità per i quali è concesso il ricorso alla PMA. In questi casi c'è infatti un elevato rischio di infezione per la madre e il feto conseguente a rapporti sessuali non protetti con il partner sieropositivo. Un rischio che, di fatto, preclude la possibilità di avere un figlio a queste coppie;
2. l'indicazione che ogni centro per la PMA debba assicurare la presenza di un adeguato sostegno psicologico alla coppia, predisponendo la possibilità di una consulenza da parte di uno psicologo adeguatamente formato nel settore;
3. l'eliminazione dei commi delle precedenti linee guida che limitavano la possibilità di indagine a quella di tipo osservazionale e ciò a seguito delle recenti sentenze di diversi tribunali e in particolare di quella del TAR Lazio dell'ottobre 2007. Questa sentenza come è noto ha infatti annullato le linee guida precedenti proprio in questa parte, ritenendo tale limite non coerente con quanto disposto dalla legge 40."

Abbiamo recepito le indicazioni mirate ad ampliare la possibilità di ricorrere alla fecondazione assistita anche per quei soggetti positivi a virus di malattie sessualmente trasmissibili - ha spiegato il Ministro - per i quali è stato riconosciuto uno stato di infertilità di fatto e che da oggi potranno avere dei figli senza correre il rischio di infettare la partner e il nascituro stesso". In più "abbiamo dato - aggiunge il Ministro - una risposta a quanti, operatori e cittadini, richiedevano chiarezza sulla possibilità di effettuare diagnosi preimpianto, chiarendo che le linee guida, in quanto tali, non possono prevedere divieti che non siano già contemplati nella legge stessa. Per questo il nuovo testo delle linee guida non contempla più la limitazione alla sola diagnosi osservazionale, mantenendo comunque il divieto di qualsiasi diagnosi a fini eugenetici così come previsto dall'articolo 13 della legge 40. E ciò in coerenza con l'evoluzione dell'ordinamento, testimoniata da diversi pronunciamenti della magistratura, sia ordinaria che amministrativa, e in particolare quello del Tar del Lazio che ha annullato la parte delle precedenti linee guida in cui si limitano le indagini sullo stato di salute dell'embrione a quelle di tipo osservazionale". Infine conclude il Ministro "abbiamo altresì accolto le indicazioni a implementare il sostegno psicologico alle donne e alle coppie che accedono alle tecniche di procreazione assistita, in tutto il percorso assistenziale, prima, durante e dopo l'effettuazione delle tecniche o anche a seguito del loro fallimento".